Stiamo per salpare ed oggi abbiamo iniziato a preparare la valigia che ci seguirà nel viaggio de “L’immaginifica storia di Espérer”.

La valigia ha affisso l’adesivo di Sollucchero, l’isola fatta a forma di giostra, perché le famiglie di giostrai detengono la quasi totalità delle attrazioni turistiche ed economiche. C’è anche quello di Rien-ne-va-plus, a forma di cuore, città dell’amore e di un ineguagliato claim pubblicitario in voga da oltre 200 anni: libertè, egalitè, fraternitè.
In questo lungo ne attaccheremo molti altri quante le città e le storie che incontreremo.

La nostra valigia contiene molti oggetti di scena come un Led lungo 20 metri e un megafono. Lo giuriamo non serviranno a fermare il traffico.
Abbiamo diversi costumi come dei completi in cotone bianco, realizzati a mano da una sarta di origine partenopea, Roberta Vacchetta. Ci sono anche due giacche, una blu e una rossa, che ricordano quelle dei domatori dei leoni, c’è una corona tempestata di gemme colorate e dei palloncini rossi.
Insomma con questi indizi potete immaginarvi molte storie ma noi ne raccontiamo solo una, quella dell’Isola di Espérer. Potete farne parte anche voi compilando il certificato di esistenza

Durante le tappe del tour potrete farvi vidimare il vostro certificato perché nella nostra valigia ci sarà anche il Timbro dell’anagrafe dell’Isola di Espérer.

E come canta De Gregori:

Siamo una grande famiglia
Abbiam lasciato soltanto un momentoLa nostra valigia di làNel camerino già vecchioTra un lavandino ed un secchioTra un manifesto e lo specchioTra un manifesto e lo specchio
Eccoci quaSiamo venuti per nientePerché per niente si vaE il sipario è calato già