Caro fratello, cara sorella,

spero che stiate bene e che la mia lettera giunga a voi al più presto, perché le notizie che vi porto sono strabilianti.

Scrivo per dirvi che i vostri timori erano infondati, e che i miei sogni hanno finalmente trovato approdo. E’ stato un lungo viaggio, ma sono infine giunto all’isola che ho tanto cercato: l’Isola della Speranza, l’Isola di Espérer. Qui non ci sono barriere né dogane, non ci sono soldati, e tutti possono fermarsi e partire in qualsiasi momento. Per raggiungerla, però, c’è bisogno di saperla vedere. Non è semplice, perché bisogna crederci: e credere in un luogo così, beh, è da pazzi!

Qui le persone coltivano cose buone: verdure, piante e sogni… si siedono a riflettere e a fiorire, a guardare il mare e meditare. C’è chi passeggia e chi filosofeggia, chi suona e chi balla, chi fa l’artista, chi doma insetti, chi ascolta storie, chi le raccoglie e chi le archivia: ho trovato tanti nuovi amici. C’è una gatta che si chiama Cleopatra, gioca sempre con una cagna, Cesira. La sera, animali, giovani e anziani si stringono intorno al fuoco a cantare, e condividono racconti, sogni e desideri. In questo luogo esistono ancora la libertà, la verità, la speranza e il sole. Le persone si commuovono ancora! Per le canzoni, per i tramonti, per la vita, per i gesti gentili…

Ora che ho trovato Espérer, mi ci voglio fermare. Partirò forse per un nuovo viaggio, un giorno, ma qui c’è tutto il tempo del mondo, ed è presto per risalpare. Solo una cosa manca: sento la vostra assenza. Vi scrivo, dunque, perché anche voi possiate venire! Raggiungetemi, appena potete: le indicazioni per il viaggio non sono molte. Portate con voi una valigia bella piena di speranza, e mi troverete.

A presto,

Con amore,

La vostra cara sorella.

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