‘Venghi qui’: le lettere di chiamata

‘Venghi qui’: le lettere di chiamata

 …in quanto alla salute io sto bene 

ma inquanto a te non sto bene 

cosi voglio che venghi qui

Lontani dalla propria patria, reduci da un viaggio lungo e difficoltoso, spesso soli. È così che in molti scrivono a casa, per dare notizie, per chiedere supporto economico, ma soprattutto cercando di trovare conforto in quei legami ancora sentiti e vivi, anche se più fragili per la distanza. Nel corpus di lettere di emigrati italiani conservate nell’Archivio Ligure di Storia Popolare e nell’archivio della Fondazione Paolo Cresci, se ne trovano molte in cui chi scrive chiede ai propri cari di intraprendere a loro volta il viaggio per potersi ricongiungere. Tra quelle scritte di fretta, quelle scritte con sentimento, quelle decorate con disegni o ancora altre contenenti informazioni utili al viaggio, tutte le lettere mostrano di avere una cosa in comune: l’espressione del bisogno umano di sentirsi vicini, proprio quando si è più distanti. 

1892, New York, Granelli Maria

 

“Mio Caro Maritto riscontro la tua desiderata letera unde mi ralegro a sentire che tu godi una perfeta salute e cosi ti poso asecurare di me che io sto bene in sieme a tuoi cari fratelli caro marito ti fo sapere che io adesso o scrito a casa a tu padre che io voglio che venghi qui ancha te adeso sentirai che cosa dicce perche io il denaro per venire via io non te li posso mandare se percaso dicca che non te li posso dare mi scriverei che io mi li faro inprestare e poi te li mandero subito che alora verai che io non voglio più stare cosi tutti li altri qualche duno da dire qualche parola eda io non onesuno io sono abastanza stufa di stare da sola”.

 

1914, San Francisco, Campi Giovanni

Caramolie farti coraggio darti pace perche idio non avoluto chestia con noi sela preso pazienza darti pace.

Carisima Molie fati coraggio io pensato chesaramelio chevieni qui anche te chealmeno sidaremo da bevere un con laltro.

Carisima Molie acetti que lochetidico anche mia sorella Levigina venite la prima combinazione checieun vapore buon andate in seconda classe”. 

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